
Il fiore che annuncia la primavera
Il croco selvatico, noto anche con il nome di zafferano maggiore o falso zafferano per la somiglianza con Crocus sativus da cui si ricava la nota spezia giallastra, appartiene alla famiglia delle Iridaceae ed è classificato come Crocus vernus. La fioritura avviene già dal mese di Febbraio.
Simboleggia l’amore appassionato e giovinezza spensierata
Il suo habitat è piuttosto vasto e va dai prati umidi alle radure umide tra i faggeti fino ai pascoli, ma solo laddove la vegetazione prativa non si sviluppa con grande anticipo impedendogli di completare il suo ciclo.
Il croco, infatti, per poter restare in vita da un anno all’altro dopo la fioritura deve poter riaccumulare sostanze di riserva all’interno del bulbo e questo non è possibile se lo sfalcio del prato avviene prima che si siano disseccate le ultime foglie.
Il nome Croco deriva dal termine greco kroke il cui significato letterale è “filamento” e sta a indicare i lunghi stimmi presenti all’interno della corolla.
Il Croco è un fiore conosciuto fin dai tempi antichi, perfino Omero lo nomina quando descrive il talamo nuziale di Giove e Giunone, ed è forse questo il motivo che lega il Croco alla passione e alla sensualità.
Vi sono numerose specie di Croco, sia coltivato che a crescita spontanea è una pianta erbacea dalle foglie verde scuro striate di bianco al centro.
Pianta decorativa, con fiori che nascono direttamente dal terreno senza avere nessun sostegno dato dallo stelo.
Morfologia
Pianta erbacea, perenne, con un piccolo bulbo sferico, alta 10-20 cm, con 2-3 foglie inferiori biancastre
Il fiore quasi sempre solitario è inodore, in genere di colore violetto, spesso più scuri all’apice, ma a volte anche bianchi che misurano 8- 15-x 30-40 mm essi sono caratterizzati da lunghissimi stimmi da cui si origina il nome.